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Funghi e Licheni

Funghi 

Per secoli i funghi sono stati considerati forme di vita misteriose ed ambigue, singolare destino non toccato in sorte a più rassicuranti organismi quali alberi e fiori.

L'aura di diffidenza che tuttora ammanta queste curiose creature deriva dagli strani e per lungo tempo inspiegabili comportamenti di cui sono protagoniste. La rapidità della crescita, il loro sorgere dalla terra dopo una giornata di pioggia e la silenziosa propagazione senza apparenti strumenti di diffusione hanno fatto sorgere intorno ai funghi una serie di leggende e superstizioni ancora oggi radicate nelle nostra società.

Ma ciò che più ha contribuito alla proliferazione di dicerie e all'attribuzione di magici poteri ai funghi è la caratteristica di alcuni di essi di possedere sostanze in varia misura tossiche per l'organismo umano. Presso i Druidi ed alcune antiche popolazioni sudamericane e africane erano già conosciute alcune specie fungine che, a ragione delle reazioni allucinogene provocate dai principi attivi contenuti, venivano ingerite durante le funzioni propiziatrici e religiose.

Attualmente i funghi commestibili vengono per lo più apprezzati per il loro gradevole profumo e delicato sapore che ne fanno uno degli ingredienti più richiesti nel settore gastronomico-alimentare.

La varietà di ambienti naturali di cui e costituito il Parco de La Mandria favorisce la crescita di una considerevole quantità di specie fungine. Queste sono in buona parte caratteristiche del bosco planiziale di latifoglie ma la presenza nel parco di ambienti differenti quali prati sfalciati, porzioni di territorio in via di rinaturalizzazione, zone umide e piccole stazioni di conifere hanno consentito il realizzarsi di una discreta biodiversità.

Nell'autunno dell'anno 2002, con la determinante collaborazione dell'Associazione Micologica Piemontese, è stato avviato un censimento delle specie fungine presenti nel parco.

Concentratasi inizialmente su alcune particelle collocate negli ambienti naturali maggiormente significativi (querco-carpineto, aree con boscaglia di invasione, impianti artificiali di pioppo e quercia rossa) la ricerca si è poi estesa ad altre zone di particolare interesse quali impianti di aghifoglie, aree antropizzate e molinieti.

A fine 2006 erano state individuate e determinate più di 350 entità diverse di funghi, comprendenti specie a comportamento simbionte, saprofita e parassita.

Con 38 tra specie e sottospecie differenti il genere Russula è risultato il più rappresentato, seguito dai generi Amanita (19 specie), Lactarius (17), Cortinarius (15), Collybia (14) e Agaricus (13). Il genere Boletus, comprendente i ben noti "porcini", risulta presente con 7 differenti specie.

E' utile ricordare che il regolamento del Parco La Mandria vieta la raccolta, l'asportazione ed il danneggiamento dei funghi; il prelievo è consentito solo per scopi didattico-scientifici e deve essere autorizzato dall'Ente di Gestione.

Licheni

I licheni sono complesse forme di vita in cui coesistono due diversi organismi, un fungo e un'alga microscopica o un cianobatterio. Oggi si interpreta questa associazione nel senso che il fungo, per poter vivere anche in situazioni ambientali sfavorevoli (ad esempio su colate laviche raffreddate o nelle zone desertiche) è stato spinto ad unirsi a un'alga e/o a un cianobatterio. Il motivo principale di questa vita di coppia è legato all'incapacità da parte del fungo di produrre in modo autonomo il proprio nutrimento, mentre l'alga e il cianobatterio possono farlo perché sono in grado di compiere la fotosintesi, il processo che consente ai vegetali di "fabbricarsi" le sostanze nutritive; per questo motivo l'alga o il cianobatterio nel lichene assumono il nome di "fotobionte". Il fungo, detto anche "micobionte", è responsabile invece della forma e, nella maggior parte dei casi, della riproduzione del lichene.

Oltre il 20% delle specie fungine conosciute possono dare origine a licheni e per questa capacità vengono detti "funghi lichenizzati".

(Tratto da R. Piervittori "Licheni – conoscerli e utilizzarli" Tipografia Valdostana, 1998 – modificato)

La prima indagine sui licheni  nell'area di proprietà regionale della Mandria è stata condotta nel 2008 a cura di Enrica Matteucci e Rosanna Piervittori, ricercatrici del Dipartimento di Biologia Vegetale e Centro di Eccellenza CEBIOVEM dell'Università degli Studi di Torino, su incarico dell'Ente Parco.

Il progetto, denominato Valutazione della biodiversità lichenica epifita nel Parco Regionale La Mandria era finalizzato a:

  • reperire le segnalazioni lichenologiche pregresse per l'area;
  • caratterizzare la componente lichenica epifita presente sul territorio del Parco, anche per individuare eventuali specie indicatrici per controlli a lungo termine;
  • allestire prodotti divulgativi inerenti le specie licheniche epifite rilevate.

PDF  Scarica i pdf della ricerca.

 

Amanita muscaria
Amanita muscaria
(foto di Archivio Parco Mandria)
Calocera viscosa
Calocera viscosa
(foto di Archivio Parco Mandria)
Boletus edulis
Boletus edulis
(foto di Archivio Parco Mandria)
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