Geologia
Il territorio della Vauda è un'area particolare della pianura torinese, poiché non è uno dei soliti terrazzamenti creati dal Po. Infatti si tratta di una serie di pianalti e piccole valli formatesi alla fine del periodo Wurm, circa dodicimila anni fa ed è quanto rimane di un conoide di deiezione, cioè dell'accumulo delle scorie trasportate dalla Stura di Lanzo nell'epoca glaciale. Il lavoro di sedimentazione dei detriti è continuato per alcune centinaia di migliaia di anni, seguendo il ritmo delle diverse glaciazioni che si sono succedute nel tempo.
Il materiale con cui sono composti questi depositi è quello che si trova nei letti dei rii stessi, cioè ciottoli di diversa grandezza, ghiaia e sabbia, legati insieme da polveri finissime trasportate dai venti, il famoso loess: il terreno è quindi povero di sostanze nutritive e si possono trovare anche strati superficiali di argille che favoriscono il ristagno delle acque ed il formarsi di stagni e pozze.
Il conoide inizialmente aveva la forma di un grande ventaglio digradante dalle montagne: occupava la pianura per più di 20 km ed era diviso in due parti quasi uguali dal corso del torrente Stura.
Nella parte settentrionale ora si trova la riserva della Vauda, in quella meridionale l'area della Mandria.
Un terreno creatosi in questo modo è molto fragile e subisce facilmente l'influenza dell'erosione, sia quella operata dagli agenti atmosferici sia quella causata dallo scorrimento delle acque di superficie.
L'asportazione del materiale, con un lavoro di scavo continuo lungo gli alvei, ha creato le attuali vallette, che in certi tratti hanno pareti ripide come quelle dei canyon ed incidono profondamente il pianalto.
(foto di Riserva Naturale della Vauda)