Le Ricerche

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Zona umida

L’area umida, realizzata nei pressi della Dimora di Artemide mediante una misura del PSR 2104-2020 , è costituita da un invaso di circa 110 mq di forma irregolare in cui le rive sono state naturalizzate impiantando cannuccia di palude e tifa. Il territorio circostante è pianeggiante e circondato da un prato, con alberi ad alto fusto che fiancheggiano uno dei lati. Nelle vicinanze, una porzione di terreno è stata destinata all’impianto di diverse specie arbustive e arboree da frutta e siepi, tra cui biancospino, frangola, corniolo, evonimo, prugnolo, melo cotogno e sorbo. Queste piante contribuiscono a favorire la colonizzazione del sito da parte di uccelli e mammiferi, attratti dalla ricchezza di frutti e dalla disponibilità di zone di rifugio.

Al giorno d’oggi le zone umide sono diventate una rarità, soprattutto nella pianura Padana, in quanto costantemente bonificate per far posto a terreni coltivabili. In questo secolo di cambiamenti climatici è bene ricordare che un’area umida è un ottimo serbatoio per immagazzinare la CO2 responsabile dell’ “effetto serra”. Questo laghetto stoccherà 66 volte più CO2 di quanto farebbe la stessa superficie di suolo urbano. Se allarghiamo la prospettiva scopriamo che le aree umide, che occupano il 6% della superficie terrestre, trattengono il 20% di tutto il carbonio immagazzinato nel suolo. Ma uno stagno non è solo acqua, ma anche tutta la vegetazione che sta intorno alle sue sponde e che offre cibo e rifugio a una miriade di esseri viventi.
Per questo motivo sono stati piantati una serie di alberi ed arbusti che forniranno ombra e bacche a svariate specie di uccelli.

La zona umida, genere di habitat sempre meno diffuso nelle nostre aree, viene così a rappresentare un valido ambiente naturale per l’insediamento ed il passaggio di una serie rilevante di specie di uccelli e anfibi.

Anfibi
Tra le specie di anfibi oggetto di particolare tutela normativa vanno certamente citati il tritone crestato (Triturus carnifex), la rana di Lessona (Pelophylax lessonae), la rana esculenta (Pelophylax esculentus), la rana dalmatina (Rana dalmatina), la raganella (Hyla intermedia) ed il rospo smeraldino (Pseudepidalea viridis).

Tutte le specie citate, ad esclusione della rana dalmatina ubiquitaria nel Parco, sono rare sul territorio dell’area protetta ma sono state segnalate in alcune aree umide a carattere temporaneo che si creano nel Parco a seguito di fenomeni di risalita della falda superficiale e per intense piogge.

Tra le specie non presenti negli elenchi delle direttive comunitarie, si segnala il tritone comune (Lissotriton vulgaris), anch’esso individuato in un solo sito nelle vicinanze dell’area ed il rospo comune (Bufo bufo) di notevole importanza per il contrasto biologico all’azione nociva di insetti e molluschi dannosi per l’agricoltura.

Uccelli
In merito al popolamento di uccelli, la presenza di una zona umida e del relativo canneto ripario costituisce un elemento di notevole valenza naturalistica per tre distinti motivi.

Presenza di specie di interesse didattico

  • germano reale (Anas platyrhynchos)
  • folaga (Fulica atra)
  • cannareccione (Acrocephalus arundinaceus), cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) e pendolino (Remiz pendulinus), che qui troverebbero l’habitat ideale per la nidificazione
  • gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), storicamente segnalata come nidificante nelle bealere del Parco.

Presenza di specie di interesse comunitario

  • Tarabuso (Botaurus stellaris) e tarabusino (Ixobrychus minutus)

Presenza di specie migratrici e/o svernanti

  • Alzavola (Anas crecca)
  • Marzaiola (Anas querquedula)

Mammiferi

  • Moscardino (Muscardinus avellanarius) è un piccolo roditore presente tra le specie tutelate dalla direttiva Habitat, richiamato dalla disponibilità di cibo ed oggetto attualmente di studio da parte di ricercatori del Parco; se ne favorirà la colonizzazione attraverso la posa di nidi artificiali.
  • Riccio (Erinaceus europaeus), importante specie utilizzata per la lotta biologica ed attratto dalla presenza di ripari nel fitto della vegetazione e coadiuvato in questo dalla sistemazione nel sito di rifugi artificiali.
  • Capriolo (Capreolus capreolus) specie di indubbia valenza didattica che, attirato dalla presenza di risorse alimentari (in particolare nella stagione autunnale), può essere facilmente osservato dalle apposite strutture; la popolazione di capriolo risulta in aumento all’interno del Parco negli ultimi anni.

Uccelli

  • Turdidi, Paridi e Silvidi comprendenti specie che, prevalentemente nella stagione autunnale, ricavano nutrimento dalla presenza di bacche e rifugio tra i rami.
  • Averla piccola (Lanius collurio) specie inserita tra quelle a maggior tutela in ambito comunitario e fondamentale nella lotta biologica.

Nidi Artificiali

A completamento della creazione di aree favorevoli alla presenza di fauna selvatica, vengono predisposti e collocati appositi nidi artificiali.

Questi saranno posizionati nei luoghi meglio indicati per caratteristiche ambientali ed in considerazione delle abitudini delle specie animali a cui sono dedicati (aree rurali o ambienti forestali quale quelli immediatamente limitrofi alla zona più aperta del sito).

  • Chirotteri, richiamati dalla massiccia disponibilità alimentare costituita dagli insetti presenti nei pressi dell’area umida; i chirotteri sono importanti agenti di contrasto biologico alle entità entomologiche nocive e tutte le specie sono inserite nell’elenco di quelle tutelate dalla direttiva Habitat.
  • Strigiformi quali l’allocco (Strix aluco), la civetta (Athene noctua) ed il barbagianni (Tyto alba) formidabili predatori di roditori ed insetti dannosi per le colture.
  • Altri uccelli utili al contrasto delle specie nocive o da salvaguardare per la diminuzione della loro presenza quali: gheppio (Falco tinnunculus), torcicollo (Jynx torquilla), upupa (Upupa epops), codirosso (Phoenicurus phoenicurus), rondine (Hirundo rustica), rondone (Apus apus) e rondone maggiore (Apus melba).