TPR: il cavallo agricolo italiano da Tiro Pesante Rapido
La maggior parte dei nostri lettori quando immagina un cavallo probabilmente si figura un animale slanciato, snello, scattante adatto alla cavalcata ed all’uso in ambito sportivo. Pochi forse, avranno immaginato un TPR: il cavallo agricolo italiano da Tiro Pesante Rapido.
Si tratta di una razza di grande mole il cui peso negli adulti varia dai 700 ai 900 kg contro i 420 kg di media di un cavallo adulto non da tiro. Mediamente i maschi raggiungono statura al garrese (ovvero la parte più alta fra la base del collo e la parte più alta della groppa) di circa 160 cm quindi molto simile all’altezza media dei cavalli ad uso sportivo. Nonostante la possenza fisica dovuta ad un grande sviluppo muscolare, il TPR mantiene un carattere docile ed una grande attitudine all’impiego negli attacchi ovvero nel suo impiego a trainare carichi: un esempio sul territorio? Le scuderie di Cascina Vittoria, Nel Parco La Mandria.
La Cascina infatti, è sede di uno dei 900 allevamenti riconosciuti sul territorio italiano di tale razza equina autoctona. Presso le scuderie di Cascina Vittoria infatti non solo viene perseguito il tradizionale allevamento di cavalli nel contesto dell’area cintata del Parco La Mandria iniziato dai duchi di Savoia nel XVII secolo, ma si è scelto di allevare i TPR anche per fornire al pubblico la possibilità di praticare escursioni in carrozza dal fascino senza tempo. Sempre presso le scuderie Vittoria, sono ospitate gare di attacchi(* al termine dell’articolo un piccolo approfondimento) in cui questi cavalli possono esprimere al meglio le proprie qualità.
Il colore del mantello dei cavalli di questa razza può essere baio, sauro o ubero. Gli esemplari allevati nella Mandria sono in prevalenza a mantello sauro ovvero marrone rossastro o zenzero, colorazione che li rende facilmente riconoscibili a chiunque passeggi nel parco La Mandria dove, per le loro doti di rusticità sono allevati all’aperto in pascolo recintato.
Un po’ di storia:
L’inizio della produzione italiana di cavalli da tiro risale al 1860 circa, periodo in cui si sviluppò l’agricoltura nella pianura padana ed aumentarono in maniera consistente le necessità per il traino dei pezzi di artiglieria dell’esercito. Le razze locali padane vennero incrociate con stalloni di rinomate razze europee, tra le quali Bretone, Norfolk, Contois e Percheron. La selezione interna alla razza venne iniziata ufficialmente nel 1926, anno in cui furono istituite per legge le stazioni di fecondazione selezionate. Nacque dunque nel 1927 la prima generazione di cavalli della neonata razza di tipo “agricolo-artigliere”, ovvero “derivato Bretone” la cui zona iniziale di allevamento era la pianura veneta, friulana e ferrarese. L’incrocio diede origine a soggetti robusti di mole medio-pesante, dotati di brillantezza di movimenti e di eleganza che risultavano particolarmente adatti agli scopi bellici di trasporto dell’artiglieria, ma anche per i trasporti medio pesanti civili e per i lavori agricoli nelle grandi aziende.
La conclusione della seconda guerra mondiale (1945) segnerà un momento di transizione per la neonata razza: il boom economico e tecnologico che seguirà la conclusione della guerra porterà anche a numerose innovazioni in ambito della meccanizzazione agricola ed alla diffusione dell’uso dei trattori, portando la razza a cambiare la sua attitudine da fornitore di lavoro sui campi da guerra, poi nei campi agricoli ed in fine come razza da carne.
Questo aspetto porterà ad una vera e propria crisi per l’allevamento dei TPR che, non trovando più impiego in quegli ambiti per cui era stata selezionata la razza, viene via via accantonata e la cui tradizione di allevamento non si perde solo grazie a piccoli allevamenti sparsi sul territorio che riuscirono comunque a trovare delle nicchie di mercato in cui inserirsi più o meno stabilmente.
Nuove energie per la riscoperta dell’originale vocazione al lavoro dei TPR, arrivano alla fine degli anni ’70 quando la gestione dei Libri Genealogici di tale razza passò dall’Istituto d’Incremento Ippico di Ferrara (ex Deposito Stalloni militare) all’Associazione Nazionale Allevatori del Cavallo Agricolo Italiano da TPR che lo gestisce tuttora su delega e sotto il controllo del Ministero per le Politiche Agricole e Forestali.
Oggi il sito ufficiale dell’ Associazione nazionale allevatori del cavallo agricolo da TPR (http://www.anacaitpr.it/anacaitpr/anacaitpr.asp?pg=storia) , riporta: “Attualmente il CAITPR vanta oltre 6.500 capi iscritti, di cui circa 3000 fattrici, presenti in circa 900 allevamenti distribuiti in 16 diverse Regioni.“
Altra realtà attiva nel processo di conservazione dei CAITPR e riconosciuta dal 2023 come ente selezionatore per la razza, è PASSIONECAITPR M.G.P.S (https://www.passionecaitpr.it/). L’associazione pone particolare attenzione alla valorizzazione etica, alla conservazione e miglioramento della razza e promuove la diffusione fra i suoi associati di pratiche di gestione degli equidi che siano rispettose delle esigenze di questi animali.

Cavalli di Cascina Vittoria- TPR – nel Parco La Mandria
*Cosa sono le gare di attacchi?
In ambito delle discipline sportive equestri, le gare di attacchi rappresentano l’unico caso in cui i cavalli in gara non sono montati ma attaccati per mezzo di finimenti ad una carrozza a due o a quattro ruote. In base al numero di cavalli attaccati alla carrozza si può avere gare in singolo, in pariglia o di tiro a quattro.
Le tipologie di gare di attacchi riportate sul sito dell’ASI sono due: Il completo che si compone di tre prove (dressage, maratona e coni) e la maratona che è invece una sorta di rally in campagna che prevede un tempo limite dove si devono aggirare ostacoli posizionati lungo un percorso che presenta difficoltà anche naturali come laghetti.
Articolo di Alice Gado
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