L’affascinante mondo dei mixomiceti
L’affascinante mondo dei mixomiceti: cosa sono? qual’è il loro ciclo di vita? in quali habitat vivono e che ruolo ricoprono negli ecosistemi?
I mixomiceti sono degli esseri del tutto particolari. Il loro nome deriva dalle parole greche myxa (mucillaggine) e myketes (funghi). Conosciuti da oltre 300 anni, per lungo tempo hanno incuriosito i biologi a causa delle loro caratteristiche che sono comuni sia agli animali che ai funghi, tanto da essere chiamati appunto “funghi mucillaginosi”. Infatti se i loro corpi fruttiferi contengono spore, altri elementi, tra cui la capacità di muoversi sul terreno, sono generalmente associati al regno animale. Oggi essi sono stati classificati come amebe, cioè organismi formati da una sola cellula che al suo interno contiene numerosi nuclei, priva di parete cellulare. In seguito alla loro suddivisione, che avviene molteplici volte, esse alla fine diventano visibili all’occhio umano sottoforma di una massa di protoplasma, bianca, gialla o diversamente colorata, chiamata plasmodio (che al suo interno può contenere milioni di nuclei tutti identici), che è in grado di cambiare forma, viscida al tatto e che si sposta lentamente (1 cm all’ora) sul terreno a caccia di batteri, microfauna o addirittura macrofunghi giocando quindi un ruolo importante nella catena alimentare. Difficile osservare il plasmodio che generalmente vive nelle fibre del legno, sotto la corteccia degli alberi, in mezzo a foglie o resti vegetali, o nel terreno. Questo stadio che può durare anche diverso tempo permane finché le condizioni ambientali (umidità, temperatura ecc.) risultano favorevoli per la sua fruttificazione. E’ a questo punto che “esce allo scoperto” e diventa visibile. Se fino ad ora l’umidità gli è stata necessaria per la sua sopravvivenza, per poter fruttificare e dar modo alle spore di essere sparse più facilmente dal vento, i suoi spostamenti lo portano a cercare un supporto più asciutto, che generalmente si trova ad una certa altezza dal suolo.
E’ questo il momento più delicato della sua esistenza dove la metamorfosi che sta per avere luogo ha dell’incredibile. La materia di cui è fatto si concentra e si rapprende per formare i myxocarpi (così vengono chiamati i corpi fruttiferi) dai colori e dalle forme più disparate. Le fruttificazioni dei myxomyceti sono dei veri e propri “gioielli in miniatura” (la maggior parte di essi non oltrepassa infatti i 2 o 3 millimetri di altezza) dove le forme e i colori non sembrano avere limiti. Tuttavia per l’occhio inesperto, sovente, purtroppo, passano inosservate. Solo occasionalmente, vuoi per le dimensioni di alcune specie o per le dense colonie che possono formare, esse attraggono l’attenzione di qualche micologo o altro appassionato di natura.
Scarica di seguito la presentazione dello studio presentata da Iolanda Armand e Giovanni Manavella il 12 aprile 2025, in occasione della 2° edizione della Giornata della Ricerca:
Alla scoperta dello sconosciuto mondi dei mixomiceti
- Badhamia dubia 2024_foto di G. Manavella
- Fuligo septica_foto di G.Manavella
- Nannengaella mellea 2023_ foto di G.Manavella
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