Chitridiomicosi: come si procede?
Accertata la presenza nel 2023, all’interno del Parco La Mandria e nella Riserva Naturale della Vauda, del Batrachochytrium dendrobatidis fungo patogeno responsabile dell’estinzione di varie specie di anfibi nel mondo, si sta cercando di comprendere se le popolazioni presenti delle specie più sensibili come il tritone crestato siano in calo per tali cause. Parallelamente, grazie a un finanziamento ottenuto dalla Fondazione CRT di Torino è iniziata una campagna di monitoraggio nei parchi naturali piemontesi con analisi di laboratorio su tamponi cutanei effettuati soprattutto su specie target quali i tritoni, le rane rosse e i rospi.
Verranno coinvolti nel monitoraggio i Guardiaparco delle Aree Protette delle Alpi Marittime, delle Aree Protette del Po piemontese, delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese, delle Aree Protette delle Alpi Cozie, del Parco Paleontologico Astigiano, delle Aree Protette dei Parchi Reali, e sarà anche coinvolta la vigilanza ambientale della Città Metropolitana di Torino. A scopo preventivo, è stato anche diffuso un articolo scientifico per far sapere alla comunità erpetologica la presenza di tale minaccia, forse sottovalutata, sul territorio piemontese. Si spera di comprendere da tali monitoraggi, che si estenderanno fino al 2026, la distribuzione della chitridiomicosi nei parchi naturali piemontesi coinvolti dal progetto. Dai dati ottenuti si proveranno a individuare le aree in cui il rischio di trasmissione del patogeno risulta essere più elevato e quelle invece che potrebbero essere considerate dei bacini per la salvaguardia delle specie. Tale sforzo si auspica possa servire ai vari enti di gestione delle aree potette coinvolte per poter salvaguardare le specie di anfibi tramite azioni mirate.
Ricerca presentata da Marco Favelli il 12 aprile 2025, in occasione della 2° edizione della Giornata della Ricerca. Scarica di seguito la presentazione: Chitridiomicosi, come si procede _presentazione di M.Favelli
- Sezione di pelle di anfibio colpito da chitridiomicosi. Foto di M.Favelli
- Mappa con dettaglio delle aree protette indagate dallo studio. Foto di M.Favelli
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