Attività epigea di Sisyphus schaefferi osservato in condizioni naturali nel Parco Regionale “La Mandria”
Relatore: Maurizio Rizzotto
Sisyphus schaefferi Linnaeus, 1758 (Coleoptera: Scarabaeidae: Sisyphini) è un piccolo (7 – 11mm) scarabeide coprofago a distribuzione centro-sud Paleartica, dalla Penisola Iberica/Marocco sino alla Cina; facilmente osservabile nel Parco. Specie ubiquitaria, utilizza feci di bovini, caprini, equini, cervo, cinghiale, volpe, talvolta lupo (osservazione Annalisa Rebecchi).
L’utilizzo dell’escremento avviene di norma con la costruzione e trasporto di palle, sia per l’alimentazione che per la riproduzione. A seguito delle osservazioni compiute nel Parco è stato dimostrato che le palle hanno caratteristiche differenti a seconda del loro uso: alimentari (singoli) e riproduttive (coppie), che la interreranno deponendovi le uova e fornendo nutrimento per la larva. Riprese filmate ad alta risoluzione hanno evidenziato che la specie manifesta sofisticati comportamenti atti a gestire situazioni ambientali complesse e differenziate. Le fatte utilizzate presentano caratteristiche fisico/meccaniche differenti a seconda della specie che le produce: per il cervo S. schaefferi tratta i pellets diversamente in funzione delle condizioni della loro superficie, mentre adotta tecniche differenti per le fatte di cinghiale. La struttura fisica della specie è adattata alla costruzione di palle sferiche (secondo e terzo paio di zampe lunghe e ricurve) che legano con una relazione isometrica la dimensione della palla a quella dell’animale. Sebbene nel rotolamento della palla i ruoli traente/spingente tra i due sessi siano intercambiabili, la costruzione della palla riproduttiva è appannaggio del maschio, con eventuale cooperazione della femmina. I frequenti combattimenti per il possesso delle palle si risolvono senza danni, raramente si è osservata (dopo il combattimento) la condivisione della palla. S. schaefferi esercita necrofagia facoltativa utilizzando solo tessuti molli o essudati presenti sulla carcassa. La specie subisce un forte impatto predatorio, come dimostrato indirettamente da tipologia e frequenza dei danni riscontrabili.
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