Le Ricerche

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I licheni del Parco La Mandria

Sergio E. Favero-Longo, Enrica Matteucci, Mariagrazia Morando, Elisabetta Bianchi, Simone Di Martino, Antonio Tacchino

La conoscenza della biodiversità lichenica nel territorio del Parco ‘La Mandria’, a lungo limitata alle 24 specie epifite segnalate da Giovanni Francesco Re, al principio del XIX secolo, è stata recentemente arricchita nel 2008 da indagini focalizzate sui tigli di Borgo Castello, Cascina Vittoria e Rotta dei Boschi ed estesa nel 2022 ai principali ambienti dell’area protetta. Tale recente attività di ricerca, realizzata nell’ambito di una convenzione fra EGAP Parchi Reali e Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, ha permesso il censimento di 100 specie, di cui sei segnalate per la prima volta per il Piemonte. Per quanto riguarda la diversità epifita, rilevata in 41 quadrati di 20×20 m, sono state individuate 76 specie, per 2/3 non osservate nel 2008. Si tratta prevalentemente di specie nitrofile, tipiche delle aree disturbate, ma, almeno puntualmente, spicca la presenza di entità generalmente scomparse dalle aree di pianura in quanto poco tolleranti le condizioni di eutrofizzazione delle aree antropizzate. La massima ricchezza specifica è risultata associata ai querco-carpineti, seguiti da alneti e aree di rimboschimento, in relazione ad una maggiore diversità delle specie arboree e, conseguentemente, delle micronicchie disponibili. Il rilevamento di diverse specie solamente su rami a terra, provenienti dalle chiome, è indicatore di una fase iniziale di (ri-)colonizzazione, che segue il depauperamento della diversità che, all’apice dell’epoca industriale, ha interessato non solo Torino, ma anche le aree limitrofe. Per quel che riguarda i licheni rupicoli, rilevati in 10 quadrati 50×50 cm distribuiti su affioramenti, superfici murarie e monumentali, sono state censite 24 specie. Ragguardevole è la presenza, nell’alveo di alcuni rii , di comunità licheniche dei blocchi (semi-)sommersi, generalmente relegate agli ambienti indisturbati d’alta quota. Per un futuro monitoraggio della colonizzazione, plot permanenti sono stati definiti su 15 alberi distribuiti in tre settori del Parco.